Glaumbaer - Fattoria e museo - Italiano

L’antica fattoria di Glaumbær venne dichiarata patrimonio culturale nel 1947, anno in cui i suoi ultimi abitanti si trasferirono altrove. Nel 1948 venne fondato il Museo di Cultura Popolare dello Skagafjörður, che ottenne la fattoria come sede centrale. 

Glaumbær venne inaugurata nel 15 giugno del 1952 con un’esposizione sulla vita nelle fattorie di torba. L’area che si trova sotto l’egida del Museo di Cultura Popolare dello Skagafjörður, il più antico del paese, oggi comprende l’intera regione di Skagafjörður e ha sue sedi distaccate in numerose altre località della zona. Glaumbæ fa anche parte integrante del patrimonio urbanistico islandese del Museo Nazionale d’Islanda.

La fattoria di Glaumbær si trova nel sito che l'ha ospitata per secoli, favorevolmente localizzata sopra una collina e con una ampia e stupenda vista sulle vallate circostanti. Le abitazioni che costituiscono la casa colonica risalgono a periodi storici differenti, e le fondamenta sono state spostate diverse volte nel corso dei secoli. Nel 2002 sono state rinvenuti i resti delle fondamenta dell’11° secolo, nel prato sottostante la collina ad est, ed è probabile che nel giro di una generazione le fondamenta in questione fossero state trasferite altrove – si tratta dell’epoca in cui Snorri Þorfinnson, figlio di Þorfinnur Karlsefni e di Guðríður Þorbjarnardóttir, aveva fatto erigere la prima chiesa di Glaumbær come promesso a sua madre. Snorri era stato il primo europeo a nascere nel continente americano a detta delle antiche saghe islandesi.

Glaumbær è la fattoria con la maggiore quantità di torba dell’intero paese, dato di fatto dovuto alla povertà di materiale alternativo, come la pietra da costruzione, rarissima nella zona, e all’abbondanza di ottima torba da squadratura. Le pareti sono erette con mattoni di torba, squadrati e stringati. Il legname utilizzato per le infrastrutture invece proviene per lo più dalle cataste di legna che si ammucchiano nelle spiagge dell’isola e che arrivano alla deriva dall’oceano. Per tal motivo si tratta di legno di diverse varietà e tipologie, non unitario ma variegato. Inoltre non si deve dimenticare che in tali strutture abitative la morfologia dei vani abitati variava continuamente a seconda delle necessità degli abitanti e delle modificazioni meteorologiche.

Ciò che influì maggiormente sulle possibilità di preservazione della struttura nella sua interezze fu l’azione del filantropo inglese Mark Watson (1906-1979), il quale donò nel 1938 la somma 200 sterline dell’epoca per la conservazione della fattoria cosò com’era. 



 

Glaumbær - fattoria e museo

1. Entrata e corridoi 
2. Stanza blu 
3. Cucina
4. Masseria a nord
5. Camera detta "Gusa" 
6.-8. Soggiorno
9. Entrata a sud
10. Masseria "lunga"
11. Masseria piccola
12. Stanza degli ospiti 
13.-14. Depositi
15. Officina
16. Ripostiglio del legname

 

 

Glaumbær  |  551 Sauðárkrókur  |  Sími 453 6173  |  bsk@skagafjordur.is